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mercoledì 12 febbraio 2025


PER L’ACCESSO AL CREDITO LA SOSTENIBILITÀ CONTA

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Che le azioni messe in campo dalle imprese sul tema della sostenibilità possano avere un impatto significativo sulla concessione del credito da parte delle banche lo avevamo scritto qualche mese fa (leggi l’articolo QUI). Ora arriva un’ulteriore conferma di quanto sia importante prepararsi a raccogliere i dati necessari a dimostrare un’attenta valutazione al rispetto dei parametri ESG nella propria operatività aziendale.

L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha infatti pubblicato ad inizio gennaio le linee guida definitive sulla gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) degli istituti di credito, delineando un quadro normativo che influenzerà in modo significativo il rapporto con le imprese. Le nuove disposizioni – che entreranno in vigore l’11 gennaio 2026, ad eccezione delle istituzioni di piccole dimensioni e non complesse, per le quali si applicheranno al più tardi dall’11 gennaio 2027 – impongono alle banche di integrare i rischi ESG nella valutazione del credito e nei processi di gestione del rischio, con ripercussioni dirette per le aziende che intendono accedere a finanziamenti.

ESG come nuovo parametro per l’accesso al credito

Una delle principali novità riguarda l’obbligo per le banche di considerare i rischi ESG nei loro modelli di valutazione del credito. Questo significa che le imprese non verranno più giudicate solo sulla base di indicatori finanziari tradizionali, ma anche in base alla loro capacità di adattarsi alle sfide ambientali e sociali.

Le aziende che operano in settori ad alta intensità di carbonio, ad esempio, potrebbero trovarsi di fronte a condizioni di finanziamento più rigide, con tassi di interesse più elevati o accesso al credito limitato. Al contrario, le imprese che dimostrano un forte impegno nella sostenibilità potrebbero beneficiare di condizioni più favorevoli. Secondo il documento dell’EBA, infatti, “le istituzioni (bancarie n.d.r.) dovrebbero integrare le considerazioni sui rischi ESG nei loro processi di concessione del credito, assicurando che i fattori di sostenibilità siano presi in considerazione in modo sistematico e strutturato”.

Maggiore trasparenza e obblighi di rendicontazione

Le linee guida dell’EBA impongono anche un maggiore livello di trasparenza nella rendicontazione dei rischi ESG da parte delle imprese. Le aziende che richiedono finanziamenti dovranno fornire informazioni dettagliate sul loro impatto ambientale, sulla governance e sulle pratiche sociali.

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In particolare, il documento specifica che “le istituzioni finanziarie devono richiedere ai clienti informazioni chiare e dettagliate sui loro rischi ESG, nonché sulla strategia adottata per mitigarli, coerentemente con i requisiti normativi europei”.

Le PMI potrebbero incontrare difficoltà nell’adeguarsi a queste nuove richieste, soprattutto per quanto riguarda la raccolta di dati ESG e la creazione di reportistica adeguata. Infatti, solo le imprese con più di 250 dipendenti sono in questo momento obbligate a integrare i propri dati di bilancio anche con un report su Ambiente, Sociale e Governance e dunque si sono strutturate in questo senso. Le realtà più piccole, in teoria, non si sono ancora mosse in questa direzione, a meno che non lo abbiano fatto su base volontaria, come scelta aziendale, oppure perché inserite in filiere produttive legate a grandi imprese. Va detto che le banche saranno incentivate a supportare i clienti nella transizione, offrendo consulenza e strumenti per facilitare l’adattamento alle nuove normative.

Piani di transizione e strategie aziendali

Le imprese saranno dunque chiamate a elaborare piani di transizione che mostrino come intendono ridurre i propri rischi ESG nel medio e lungo termine. Questi piani dovranno essere coerenti con gli obiettivi di neutralità climatica dell’Unione Europea entro il 2050 e saranno utilizzati dalle banche per valutare la sostenibilità dei modelli di business aziendali. Come riportato nelle linee guida: “Le istituzioni (bancarie n.d.r.) devono valutare la credibilità e la fattibilità dei piani di transizione delle imprese clienti, garantendo che siano coerenti con le strategie di decarbonizzazione e gli obiettivi climatici dell’UE”.

Le aziende che non dispongono di strategie chiare per affrontare le sfide ESG potrebbero trovarsi dunque in una posizione svantaggiata, con minori opportunità di finanziamento e un aumento del costo del capitale. D’altro canto, l’adozione di strategie sostenibili potrebbe diventare un elemento di vantaggio competitivo, migliorando la reputazione aziendale e l’attrattività per investitori e clienti.

Scenari futuri: rischi e opportunità per le imprese

L’implementazione di queste linee guida da parte delle banche rappresenta in definitiva una sfida per le imprese, ma anche un’opportunità per chi saprà adeguarsi tempestivamente. Il nuovo quadro normativo spinge, infatti, verso una maggiore responsabilità ambientale e sociale, premiando le aziende che investono in sostenibilità.

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Da un lato, dunque, nel breve termine, le imprese potrebbero dover affrontare costi aggiuntivi per conformarsi alle nuove disposizioni, come l’adozione di strumenti di misurazione ESG e la formazione di personale dedicato. Tuttavia, nel lungo periodo, un miglior posizionamento ESG potrebbe tradursi in un accesso più agevole al credito e in nuove opportunità di business.

In questo senso un primo importante passo che le Pmi del Terziario possono compiere per valutare la propria sostenibilità, quanto meno ambientale, è quello di compilare il questionario gratuito Imprendigreen messo a disposizione da Confcommercio nazionale (per farlo basta collegarsi al sito https://imprendigreen.confcommercio.it/). Rispondendo alle domande si avrà da un lato riscontro del livello di sostenibilità finora raggiunto (la Confederazione rilascia a questo proposito un attestato), verificando già gli ambiti nei quali raccogliere dati utili alla propria rendicontazione, e dall’altro permetterà di individuare gli aspetti sui quali si deve ancora lavorare, così da orientare la propria politica per la sostenibilità.

Se da un lato è vero che le linee guida EBA entreranno in vigore ad inizio del 2026, dall’altro rendicontare la propria sostenibilità è un processo comunque lungo e impegnativo al quale ci si deve dedicare per tempo.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell’articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.





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